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I bambini sono stati catturati dalla capacità interpretativa dei due attori, che, recitando la parte di due abitanti di Mairano dei “tempi antichi” li hanno riportati ad un mondo a loro sconosciuto, che fa parte del substrato culturale del luogo in cui vivono ma che nessuno racconta più...Ho parlato di “luogo in cui vivono” e non di “luogo di origine” perché molto bambini provengono da terre lontane, soprattutto Asia meridionale oppure Africa del nord, ed è stato interessante ascoltare che certe tradizioni o consuetudini assomigliano a quelle dei paesi da cui provengono... Una iniziativa importante, insomma, realizzata con grande capacità interpretativa dai due attori

Le insegananti di Mairano

Storia di Ruth e degli altri. Nel campo di Ferramonti il «disumano» non entrò. «Fu un miracolo che avvenne nel Sud Italia» racconta la sopravvissuta che assisterà a fine mese all'ultima produzione del Teatro Laboratorio.

Redazione Cultura&Spettacoli

Il suo monologo cerca la risposta ad una serie di interrogativi sulla condizione della donna. "Un testo che di noioso non ha nulla, perché con leggerezza, grinta e ironia ripercorre il suo ruolo di donna. Ma non solo. Lo spettacolo scopre anche le tracce di quelle donne che negli ultimi due secoli hanno lasciato un segno, che hanno dato la scossa perché qualcosa cambiasse nel rapporto tra i generi. La cronaca e l’attualità ci dimostrano che c’è una tendenza a frenare, a tornare indietro. La parità salariale è ancora lontanissima, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt’altro che garantiti."

Radio Bruno Brescia

I bambini sono stati catturati dalla capacità interpretativa dei due attori, che, recitando la parte di due abitanti di Mairano dei “tempi antichi” li hanno riportati ad un mondo a loro sconosciuto, che fa parte del substrato culturale del luogo in cui vivono ma che nessuno racconta più...Ho parlato di “luogo in cui vivono” e non di “luogo di origine” perché molto bambini provengono da terre lontane, soprattutto Asia meridionale oppure Africa del nord, ed è stato interessante ascoltare che certe tradizioni o consuetudini assomigliano a quelle dei paesi da cui provengono... Una iniziativa importante, insomma, realizzata con grande capacità interpretativa dai due attori

Le insegananti di Mairano

Storia di Ruth e degli altri. Nel campo di Ferramonti il «disumano» non entrò. «Fu un miracolo che avvenne nel Sud Italia» racconta la sopravvissuta che assisterà a fine mese all'ultima produzione del Teatro Laboratorio.

Redazione Cultura&Spettacoli

Il suo monologo cerca la risposta ad una serie di interrogativi sulla condizione della donna. "Un testo che di noioso non ha nulla, perché con leggerezza, grinta e ironia ripercorre il suo ruolo di donna. Ma non solo. Lo spettacolo scopre anche le tracce di quelle donne che negli ultimi due secoli hanno lasciato un segno, che hanno dato la scossa perché qualcosa cambiasse nel rapporto tra i generi. La cronaca e l’attualità ci dimostrano che c’è una tendenza a frenare, a tornare indietro. La parità salariale è ancora lontanissima, i femminicidi si moltiplicano, alcuni diritti acquisiti sono tutt’altro che garantiti."

Radio Bruno Brescia

... “Non volevo essere femminista”, di Stella Pulpo, regia affidata a Sergio Mascherpa... un testo che di noioso non ha nulla, perché con leggerezza, grinta e ironia ripercorre il suo ruolo di “donna, dalla bimba all’asilo con il grembiulino rosa alla liceale simpatica ma, ahimè, “con il culo a tamburello”.

Valerio Gardoni

"Nella magica cornice del Castello di Padernello si è svolto lo spettacolo Piazza Grande, sostenuto per intero da un impareggiabile Sergio Mascherpa. Un sobrio palcoscenico e qualche vecchia sedia scolastica in ferro, sono bastati a creare un’atmosfera trasognata, dove il protagonista mattatore, ha fatto rivivere la vita palpitante di un piccolo centro della Bassa. Con accenti ora accorati ed ora ironici, ora satirici ed ora divertiti, l’autore John Comini riesce a rappresentare un affresco a rapide pennellate della vita di una comunità, dove i vari personaggi vengono sbalzati con icastico realismo."

Carmelo Toscano

Con il teatro dialettale di "Piazza Grande", Sergio Mascherpa racconta un paese. Lo spettacolo è sviluppato su un nuovo testo di John Comini, già autore delle seguitissime avventure della signora Maria interpretata da Paola Rizzi.

F.Gav.

"In scena ora c'è bisogno di ridere" e lo si fa con questa "Comédia con dè 'na persuna chè parla e tate àltre ché par dè sintìle parlà"

Giornale di Brescia

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Sergio Mascherpa cuce con passione questa serata in omaggio a Giorgio Gaber e dà vita ad uno spettacolo in cui la voce del "maestro" compare di frequente, ad accompagnare una recitazione pienamente teatrale"

Paola Carmignani / Giornale di Brescia

L’incontro con l’altro. Extracom ha come scena fissa uno spazio desolato, una terra di mezzo in cui si incontrano, ma talvolta si evitano e spesso si scontrano, due uomini, uno occidentale, l’altro orientale. Il ribaltamento dei ruoli è il motivo conduttore di tutto l’allestimento. Ma anche le lingue dello spettacolo si confondono, non solo i ruoli. I personaggi spesso parlano, l’uno nella lingua dell’altro. Ottima prova di Sergio Mascherpa e Abderrahim el Hadiri

Antonio Sabatucci / Bresciaoggi

Testo degli anni ’70 che il clarense Achille Platto concepì e scrisse per rivisitare la Bibbia con sensibilità e occhi totalmente bresciani. Tecnicamente la rappresentazione si dipana in due voci, che si alternano nei ruoli. Più che convincente la performance dei due protagonisti [Alessandra Domenighini e Sergio Mascherpa] che mietono lunghi, prolungati e ben meritati applausi finali. Sapiente e misurata la regia di Giacomo Andrico, produzione dello spettacolo a cura del Teatro Laboratorio di Brescia.

Carmelo Toscano / Vivicentro.it

Personaggio delicato, quello di Novecento, che suscita in noi tenerezza ed umana comprensione, per le sue – e per le nostre – debolezze. Mascherpa con vigoria teatrale riesce a dare le giuste tonalità ai vari passaggi del racconto, ora lirico, ora drammatico: ride e piange, gioisce e si dispera, con una grazia scenica tutta sua. Da vero mattatore. Avrebbe meritato più di un applauso a scena aperta. Sobrie ma efficacemente evocative le scene di Giacomo Andrico. Appropriati ed impeccabili i costumi di Mariella Visalli. Buone le luci approntate da Nicola Ciccone.

Carmelo Toscano / Vivicentro.it

Stella è una bambina che attraversa la guerra e vari paesi. Un racconto in prima persona, nella persona di Anna Teotti, attrice dalla mimica facciale e fisica impressionante, che s'è calata ammirevolmente nei panni.

Sara Polotti / Giornale di Brescia

Un omaggio al grande cantastorie senegalese Mamadou Diallo, alla scoperta di un altro mondo e di un'altra cultura attraverso il racconto di storie lontane.

Elisa Fontana / Giornale di Brescia

Nel monologo di poco più di un'ora, Sergio Mascherpa offre una prova intensa, e rivela una sensibilità scoperta, che affiora man mano che lo spettacolo procede. Mascherpa-Meacci danno corpo e vissuti di sentimenti ai personaggi.

Paola Carmignani / Giornale di Brescia

Un passo poetico a due in un mare di rifiuti, una "fiaba urbana". Differenziando e riciclando i rifiuti con creatività, il Ruffo e la Cisa trasformano poeticamente la loro vita insieme

I sorrisi e la magia del natale arrivano in teatro formato bambini!

Uno spettacolo forte, dedicato al ricordo dello sterminio degli ebrei. Lo spettacolo è caratterizzato da un’unica presenza in scena, Sergio Mascherpa, solo, accompagnato da alcune musiche, ma anche da video e immagini realizzate da Roberto Capo con la collaborazione di Alessandra Domeneghini.

Un recital letterario sulla vita e le azioni di don Milani, rivolto agli adolescenti e ad un pubblico adulto,.

Un sentito omaggio che i due attori bresciani vogliono dedicare ad Angelo Canossi, dopo aver esplorato, da soli o insieme, il mondo poetico di altri importanti autori dialettali, del passato e anche contemporanei. Angelo Canossi è certamente la voce più nota del nostro dialetto e laproposta vuole essere un contributo alla conoscenza anche di alcuni testi meno noti dell’autore.

Un omaggio al «poeta della brescianità». Un tributo a versi che hanno fatto la storia di una lingua, il dialetto bresciano, nella convinzione di tramandare una tradizione che non conosce mode, felicemente fuori dal tempo.

A undici anni dalla sua nascita, Crucifixus, il più importante festival italiano dedicato a teatro, arti, musica e tradizioni del sacro, propone una delle sue produzioni di maggior impatto emotivo: il processo a Cristo. Tre immagini vengono evocate dal coro: quelle di Caifas, Erode, Pilato.

Nello spettacolo, le due gocce Plic e Ploc, cadute all’improvviso da un nuvolone, accompagnano i bambini alla scoperta di alcune storie riguardanti l’acqua. Nello spettacolo, due gocce d’acqua, Plic e Ploc, cadute all’improvviso da un nuvolone, accompagnano i bambini alla scoperta di alcune storie riguardanti l’acqua: vicende antiche e attuali, reali e fantastiche.

Sergio Mascherpa interpreta «Barabba», con regia di Sara Poli e musiche di Roberto De Filippo. La vicenda di Gesù vista e raccontata da un osservatore molto particolare, il brigante del quale il Cristo prese il posto sulla croce. Il brigante viene presentato qualche anno dopo la crocifissione mentre racconta la sua vita di solitudine e ricorda quell'uomo che fu giustiziato al posto suo.

Il silenzio raccolto del pubblico, che ha accompagnato la recitazione di Sergio Mascherpa era eloquente, anche e più degli applausi, che sono piovuti alla fine per l'attore bresciano.

Paola Carmignani / Giornale di Brescia

Un intenso Mascherpa

Paola Carmignani / Giornale di Brescia

Uno dei testi dialettali in scena più amato dai bresciani!

A tanta libertà di pensiero e di costume si oppone la rigida e stereotipata mentalità dominante. rappresentata da un eminente esponente del clero locale, monsignor Landolina, impersonato magistralmente da Sergio Mascherpa, che riesce a conferire al personaggio una più che palpabile dose di ipocrisia prelatizia, fatta di frasi ridondanti e di una mimica straordinariamente efficace, che vuol significare senza il dire.

Carmelo Toscano / Vivicentro.it

L’infaticabile Leo Gullotta da vita ad un professor Toti non vecchio e decrepito ma rivisitato in senso quasi “giovanilistico”

Carmelo Toscano / Vivicentro.it

Inizia come una lezione scolastica, ma ben presto si fa spettacolo, cioè emozione vissuta sulla pelle. Una lettura scenica dei racconti dei testimoni e dei soldati, con belle musiche e video storici della Prima Guerra Mondiale.

p.car. / Giornale di Brescia

Il "direttore d'orchestra" Mascherpa, accompagnato dagli efficaci video di Roberto Capo, avanza inarrestabile in una marcia di denuncia di ogni "genocidio", ma, abilmente colta la sinistra umana ostinazione, si apre poi a speranza e poesia di persone buone.

Simone Tonelli / Giornale di Brescia

Attraverso un'ironia leggera e spiazzante, lo spettacolo è capace di coniugare poesia e tragedia, facendo passare informazioni validate e scientifiche.

F.Ub. / Il Giorno

Un allestimento che si propone di denunciare un delitto di disastro ambientale. Lo spettacolo, nel segno di quel teatro-documento a vocazione civile, assembla testimonianze, materiali e numeri agghiaccianti raccolti con rigore scientifico.

Nino Dolfo / Corriere della Sera

Uno spettacolo pensato per raccontare ai ragazzi, ma non solo, una storia vera, di coraggio e solidarietà

Anonimo

Commovente, intenso e di alto livello. Una prova eccellente di Alessandra Domeneghini, guidata dalla regia sapiente e lineare di Sergio Mascherpa.

Paola Carmignani

Roberto Capo crede veramente in quel che ci racconta

Anonimo

Uno spettacolo leale

Un ex partigiano

Grazie per le emozioni, ci hai toccato il cuore

Una studentessa

Per la prima volta ho capito qualcosa della resistenza

Uno studente

Uno spettacolo bellissimo che porta l'atmosfera del Natale.

I ragazzi